"LINEE GUIDA E PROTOCOLLI DEGLIINTERVENTI
PSICOLOGICI" |
A
cura di: Dr. Benito Pavan, coordinatore psicologi
D.S.M. |
Azienda
Ospedaliera "Bolognini" di Seriate (BG) |
PREMESSA Le
"linee-guida" ed i "protocolli"
proposti si riferiscono fondamentalmente agli interventi attuati dagli
psicologi a livello ambulatoriale, dal momento che i primi contatti con
l'utenza (o per accesso diretto o per invio) e la stragrande maggioranza
degli eventuali successivi interventi avvengono a tale livello. Si
sottolinea, inoltre, che "linee-guida" e
"protocolli", se da un lato possono rendere pi visibili,
verificabili e uniformabili gli interventi illustrati, dall'altro non possono
e non devono impedire n l'autonoma e responsabile attuazione degli stessi,
n lo stile personale applicativo, fondato nella ineludibile soggettivit
dell'operatore. Si
precisa, infine, che il curatore del presente documento ha
potuto avvalersi, in particolare, della collaborazione dei seguenti
colleghi psicologi: M. Ravazzini - A. Giordano - L. Gualeni per il
"protocollo d'accesso alla psicoterapia"; F. Lanfranchi per il
"protocollo sull'inserimento lavorativo"; F.Gotti per gli
"interventi di comunit". |
LA
CONSULTAZIONE PSICOLOGICA Il
termine "consultazione psicologica" si riferisce ad
un ambito concettuale ed operativo in cui gli attori - cliente e psicologo
consulente- sono orientati alla valutazione del problema ed
all'individuazione di possibili interventi e/o decisioni atti alla sua
soluzione.
Questi
momenti si prefiggono una valutazione dell'entit e della gravit del
problema illustrato. Come quella svolta in ogni altro ambito professionale,
anche la consultazione psicologica si caratterizza per aspetti di "
brevit" di durata e " circoscrizione" di contenuto.
Pur
essendo, quindi, pi orientata alla " diagnosi " che alla "
terapia", pu ottenere effetti terapeutici inn termini sia emotivi ( ad es: detensione dell'ansia, superamento di paure.)
sia cognitivi ( ad es: ri-definizione e/o chiarificazione del problema, presa
di decisioni). Per questo rinvia pi al termine " consulto" che a
quello di " consulenza"; pi all'ambito clinico che a quello
socio-ambientale. La
consultazione rappresenta sempre il primo intervento dello psicologo ed la indispensabile premessa di qualsiasi altro successivo
intervento del professionista. Oltre a quanto gi specificato, non va quindi
confusa n con la " diagnosi clinica" attuabile in vari settori sia
sanitari sia socio-ambientali, n con specifiche tecniche e/o tipi di
"terapia". Aree
problematiche ed utenza possibile per "
consultazione psicologica " nel Dipartimento di Salute Mentale.
Spesso
una competente " consultazione psicologica " sulla presenza o meno,
sulla gravit o meno di tali problematiche pu assolvere a
compiti di prevenzione secondaria o di organizzazione di tempestivi
interventi di educazione sanitaria. |
PROTOCOLLO
DI ACCESSO ALLA PSICOTERAPIA Con
il termine " psicoterapia" si intende un
intervento psicologico, diretto a singoli, coppie, famiglie, gruppi, e vaenti
le seguenti caratteristiche generali:
L'indicazione
di opportunit di trattamento psicoterapico deve rispettare i seguenti
passaggi:
Una
prima importante distinzione, all'interno delle psicoterapie, riguarda: a)
trattamenti in setting individuale; b) trattamenti
in setting di gruppo. A) TRATTAMENTI
IN SETTING INDIVIDUALI. Tali
trattamenti sono di diverso tipo a seconda della
teoria di riferimento e della tecnica impiegata, della durata e dei
conseguenti obiettivi che si propongono. A.1)
Trattamenti pi frequentemente offerti attualmente
dagli psicologi:
A.2) Trattamenti incrementabili: 5)
Terapia breve strategica. E' un tipo di terapia breve evoluta, che si basa
sugli assunti del costruttivismo radicale. Si propone la modificazione del
sistema percettivo-reattivo del paziente tramite la sostituzione delle sue
tentate soluzioni ai problemi proposti. A tale scopo il terapeuta, in
posizione esplicitamente direttiva, si avvale anche di tecniche suggestive, in forme e modi protocollati.In genere
contenuta entro 10 sedute. Attualmente
notevoli successi si riscontrano nel trattamento di fobie, ossessioni,
attacchi di panico e disturbi alimentari (anoressia, bulimia, vomiting). Possibili
utenti: pazienti che evidenziano la fondamentale esigenza di risolvere il
problema. 6)
Terapie psicosomatiche su base neurofisiologica ( tecniche
di rilassamento psicosomatico, biofeedback, training autogeno, rieducazione
psicomotoria). Queste tecniche partono dal principio che lo stato tonico pu
influenzare l'attivit psichica e la vigilanza del soggetto; non esiste,
infatti, emozione che non si esprima anche a livello somatico e tonico.
L'obiettivo pertanto di ridurre la tensione muscolare, inducendo una
profonda calma psichica. Possibili
utenti: sono, solitamente, terapie brevi, indicate per i disturbi d'ansia e
psicosomatici (cefalea, ipertensione, disturbi
gastrointestinali, asma, ecc..). Sono, invece, controindicate
per soggetti con gravi disturbi d'identit. 7)
Ipnosi. Si basa sulla possibilit di indurre nel soggetto un particolare
stato psicofisico, che permette di influire sulle condizioni psichiche,
somatiche, viscerali per mezzo del rapporto tra ipnotista ed
ipnotizzato. Tale stato caratterizzato dalla prevalenza delle funzioni
rappresentative-emotive su quelle intellettuali. In generale l'ipnosi induce
distorsioni percettive, modificazioni della modalit
della memoria, modificazioni dell'attivit ideomotoria (ad es., blocchi ai
movimenti). Il fattore terapeutico principale lo stato di rilassamento o
" sonno ipnotico". E' un trattamento di durata variabile. Possibili
utenti: e' indicata per il raggiungimento di
condizioni di rilassamento, per acquisire la capacit di provare analgesia,
per i programmi di rieducazione funzionale, per interventi in condizioni
gravi o terminali, con presenza massiva di sintomatologia dolorosa. 8)
Terapie sessuologiche. Sono i trattamenti elettivi delle disfunzioni sessuali
in soggetti con sufficiente equilibrio psichico. Sono terapie di breve durata, volte al sollievo dei sintomi
manifesti.Possono essere interventi individuali o, pi spesso, di coppia. B)
TRATTAMENTI IN SETTING DI GRUPPO Partono
generalmente dal presupposto che il nucleo fondamentale della psicoterapia
non il rapporto tra paziente e terapeuta, ma tra il paziente
e il suo universo, vale a dire quel mondo di strutture, istituzioni e valori
che costituiscono l'ambiente socioculturale in cui il soggetto vive. B.1)
Trattamenti pi frequentemente offerti attualmente
dagli psicologi: 1)
Gruppi di tipo cognitivo-comportamentale: vale in generale quanto detto per i
trattamenti individuali. Generalmente sono terapie brevi. Possono essere
impiegate singole tecniche od un insieme di
tecniche. Possibili
utenti: sono indicati sia per disturbi nevrotici, che di personalit e
psicotici. B.2)
Altri tipi di intervento gruppale attualmente
effettuati: 1)
Gruppi self-help: sono caratterizzati dalla presenza di un problema che
accomuna tutti i partecipanti e dal porsi il conseguimento di uno speciale
scopo. Il valore terapeutico del gruppo deriva dalla forte identificazione
reciproca dei soggetti, dalla loro confrontazione e sostegno reciproco,
dall'assunzione di responsabilit personale. Un altro importante fattore
terapeutico l'assenza di una struttura gerarchica di leadership, che
consente lo sviluppo di una dinamica di gruppo improntata alla solidariet ed alla eliminazione di sentimenti di alienazione. Non
contemplata e richiesta la presenza di un terapeuta.Tali
incontri hanno solitamente una cadenza settimanale ed una durata prolungata
nel tempo. Possibili
utenti: indicato sia per soggetti accomunati da un problema psichico (depressione, alcolismo, tossicodipendenza, ecc.) e/o dal disagio conseguente a patologia somatica
(cardiopatici, malati di tumore, dializzati, ecc.).
In generale gli ambiti applicativi non trovano alcuna preclusione pregiudiziale
rispetto alle pi svariate realt di emarginazione passibili dio cambiamento. 2)
Gruppi con i familiari: attingono largamente al modello
"psicoeducativo" (di Falloon ecc), che impiega una tecnica volta a
riconoscere precocemente i segnali di crisi psichica, a ridurre la
vulnerabilit del paziente allo stress, ad informare
i familiari sui disturbi mentali, ad insegnare loro a migliorare le abilit
comunicative e di soluzione di problemi. Possibili
utenti: sono rivolti prevalentemente ai familiari di soggetti con disturbi
psicotici e/o gravi disturbi di personalit. 3)
Gruppi di discussione: orientati a far emergere il tema, " focus"
dell'intervento. Il terapeuta attivo e direttivo. L'attenzione rivolta al
" qui ed ora", a prestare attenzione al
processo di gruppo, a far s che ogni partecipante abbia occasione ed
esperienza di coinvolgimento.La responsabilit termina alla fine
dell'incontro: il terapeuta, come non si occupato prima dei problemi
psicologici dei partecipanti, cos non se ne occupa dopo la fine della
seduta. Possibili
utenti: indicata per disturbi sia nevrotici che
psicotici. E' utile anche e soprattutto per soggetti in fase acuta. B.3) Trattamenti eventualmente incrementabili 1)
Gruppi di tipo psicoanalitico-psicodinamico: vale quanto detto precedentemente per i trattamenti individuali. Sono
rivolti alla ristrutturazione delle difese e al disvelamento del materiale
inconscio. Sono terapie di lunga durata: le sedute variano da 1 a 3 settimanali. Possibili
utenti: tra le indicazioni per questo tipo di approccio vi sono
una forte motivazione, un disagio tale da tollerare le frustrazioni inerenti
al processo terapeutico, problemi nelle relazioni interpersonali. Controindicati sono i soggetti troppo gravemente
disturbati ( ad es., psicosi acute, psicopatie, antisocialit, ecc.). B.4) Trattamenti familiari In
questo paragrafo ci si intende riferire a quei
trattamenti che si rivolgono, con tecniche varie, alla singola famiglia e/o
alla coppia. Le finalit fondamentali che tali interventi si prefiggono, di
volta in volta possono essere: reggere o correggere il carico emotivo, creare
o consolidare un'alleanza terapeutica, diminuire ansia e senso di colpa,
ristrutturare relazioni, etc Possibili
utenti: famiglie o coppie al cui interno la presenza di un membro malato pu
indurre o mantenere una situazione relazionale altamente
disfunzionale e/o intralciante il processo terapeutico/riabilitativo. Attualmente tali trattamenti
trovano particolare attuazione, da parte degli psicologi, nel SPDC di Alzano
L. e nel CPS di Lovere. Le tecniche utilizzate sono mutuate soprattutto
dall'approccio sistemico, da quello integrato psicodinamico-relazionale o da
quello bifocale. PROTOCOLLO
SULL'INSERIMENTO LAVORATIVO. Va
precisato che il presente "protocollo" intende presentare in
maniera analitica e sequenziale gli interventi dello psicologo gi previsti
in modo teorico-sintetico nel documento sugli inserimenti lavorativi a suo
tempo ufficializzato nell'ambito dell'UOP e del DSM. Il
"protocollo", quindi, sottintende la condivisione degli operatori
psicologi delle finalit e metodologie relative a
tali inserimenti e si prefigge soltanto una esplicitazione della specifica
operativit professionale. 1)
FASE PROPOSITIVA -
Proposta di avvio del paziente ad un inserimento
lavorativo; 2)
FASE VALUTATIVA -
Articolata raccolta di dati da parte dei diversi operatori psicosociali
dell'equipe. Finalit
dell'intervento dello psicologo: a)
Valutare il quadro clinico, in collaborazione col medico; Strumenti
operativi: 3)
FASE OPERATIVA Evidenziata
l'idoneit del paziente all'inserimento o ripresa lavorativa e definito il
progetto individualizzato, lo psicologo interviene per: Strumenti
operativi:
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INTERVENTI
DI COMUNITA' Il
capitolo intende riferirsi a tutti quegli interventi che accompagnano il
paziente, in relazione alle proprie necessit, in un
percorso di maggior integrazione nella comunit di appartenenza, tramite la
fruizione delle risorse individuabili sul territorio. A questo riguardo pi
che "protocolli" si offrono "linne-guida" di eventuali
interventi psicologici attuabili in due fondamentali settori: il privato
sociale da un lato e altri servizi socio-sanitari dall'altro. A) PRIVATO
SOCIALE
AMBITI
DI INTERVENTO
TIPI
DI UTENZA
RUOLO
DELLO PSICOLOGO
B) SERVIZI
SOCIO-SANITARI CONSULTORI
FAMILIARI TIPO
DI UTENZA
NIL TIPO
DI UTENZA
ADI TIPO
DI UTENZA
Ser.T TIPO
DI UTENZA
MEDICI
DI BASE TIPO
DI UTENZA
C) RUOLO
DELLO PSICOLOGO CON TALI SERVIZI
Collaborazione alla raccolta o invio di segnalazione del
caso |