"LINEE GUIDA E PROTOCOLLI DEGLIINTERVENTI PSICOLOGICI"

A cura di: Dr. Benito Pavan, coordinatore psicologi D.S.M.

Azienda Ospedaliera "Bolognini" di Seriate (BG)

 

 

 

PREMESSA

Le "linee-guida" ed i "protocolli" proposti si riferiscono fondamentalmente agli interventi attuati dagli psicologi a livello ambulatoriale, dal momento che i primi contatti con l'utenza (o per accesso diretto o per invio) e la stragrande maggioranza degli eventuali successivi interventi avvengono a tale livello.
Si d in qualche modo per scontato che l' "albero decisionale" proposto e raggruppante sequenze e tipologia dei vari interventi psicologici contempli quanto attuabile anche nelle strutture residenziali e/o ospedaliere.
Per questo ci si riferiti alla "consultazione psicologico" come "classe" che contempla tutti quegli interventi che, in qualche modo, possono caratterizzarsi con l'attributo di "psicologico" e come "cornice" dell'albero decisionale che evidenzia la modalit di passaggio da un intervento distinto da tutti gli altri in quanto "consultazione" e non, ad esempio, "diagnosi", "terapia", ecc

Si sottolinea, inoltre, che "linee-guida" e "protocolli", se da un lato possono rendere pi visibili, verificabili e uniformabili gli interventi illustrati, dall'altro non possono e non devono impedire n l'autonoma e responsabile attuazione degli stessi, n lo stile personale applicativo, fondato nella ineludibile soggettivit dell'operatore.

Si precisa, infine, che il curatore del presente documento ha potuto avvalersi, in particolare, della collaborazione dei seguenti colleghi psicologi: M. Ravazzini - A. Giordano - L. Gualeni per il "protocollo d'accesso alla psicoterapia"; F. Lanfranchi per il "protocollo sull'inserimento lavorativo"; F.Gotti per gli "interventi di comunit".

LA CONSULTAZIONE PSICOLOGICA

Il termine "consultazione psicologica" si riferisce ad un ambito concettuale ed operativo in cui gli attori - cliente e psicologo consulente- sono orientati alla valutazione del problema ed all'individuazione di possibili interventi e/o decisioni atti alla sua soluzione.
In quanto tale la consultazione , che pu essere intesa nell'accezione anglosassone di " counseling", implica fondamentalmente due momenti operativi:

  • una analisi della domanda;
  • una diagnosi di primo livello.

Questi momenti si prefiggono una valutazione dell'entit e della gravit del problema illustrato. Come quella svolta in ogni altro ambito professionale, anche la consultazione psicologica si caratterizza per aspetti di " brevit" di durata e " circoscrizione" di contenuto.
Persegue due obiettivi fondamentali:

  • una maggiore definizione e/o chiarificazione del problema;
  • una individuazione dell'intervento solutore.

Pur essendo, quindi, pi orientata alla " diagnosi " che alla " terapia", pu ottenere effetti terapeutici inn termini sia emotivi ( ad es: detensione dell'ansia, superamento di paure.) sia cognitivi ( ad es: ri-definizione e/o chiarificazione del problema, presa di decisioni). Per questo rinvia pi al termine " consulto" che a quello di " consulenza"; pi all'ambito clinico che a quello socio-ambientale.
Per attuare una consultazione efficace-efficiente, pi che di setting e/o tecniche particolari lo psicologo deve avvalersi di competenze e/o conoscenze specifiche circa la natura dei problemi presentatai dal cliente e circa le modalit pi sperimentatae per affrontarli e risolverli. E' opportuno, quindi che lo psicologo si presti alla consultazione solo per problematiche inerenti aree di competenza professionale specifica: et evolutiva, adulti,ecc

La consultazione rappresenta sempre il primo intervento dello psicologo ed la indispensabile premessa di qualsiasi altro successivo intervento del professionista. Oltre a quanto gi specificato, non va quindi confusa n con la " diagnosi clinica" attuabile in vari settori sia sanitari sia socio-ambientali, n con specifiche tecniche e/o tipi di "terapia".
Spesso, e soprattutto se il committente persona diversa dal cliente-paziente, la consultazione viene intesa come " approfondimento psicodiagnostico" , ossia come intervento mirante ad una diagnosi differenziale per il cui raggiungimento si ricorre ad ogni tipo di indagine ritenuta utile, compresa l'indagine testologica.
La consultazione pu comprendere , quindi, anche tale approfondimento, dopo il quale indispensabile una adeguata e circostanziata restituzione al soggetto-oggetto dell'indagine , ma se ne differenzia proprio per tale fondamentale aspetto dovendone prevedere un'altrettanto adeguata preparazione e motivazione per ottenere una fattiva collaborazione da parte del "testato". Non sarebbe corretto, allora, fare comunque e sempre coincidere la consultazione con l'applicazione di tests.
Purtroppo in ambito psichiatrico pubblico il tipo di intervento meno fruito e favorito per la possibile utenza, sia perch il committente quasi sempre intende " consultazione " come " diagnosi clinica " , sia perch l'accesso diretto alla consultazione psicologica da parte dell'utenza non sempre favorito ed organizzato. Tale fruizione comunque passibile di adeguata individuazione ed incremento. Per quanto, invece, riguarda la " diagnosi psicologica" in ambito psichiatrico si rinvia ad altro documento specifico e ad altre linee guida e protocollo a suo tempo presentati e discussi.

Aree problematiche ed utenza possibile per " consultazione psicologica " nel Dipartimento di Salute Mentale.

  • problematiche inerenti la fascia adolescenziale;
  • problematiche inerenti la sessualit adolescenziale/adulta/ anziana;
  • problematiche inerenti la vita di coppia;
  • problematiche inerenti aspetti decisionali della vita adulta;
  • problematiche inerenti difficolt interpersonali;
  • problematiche inerenti stili di vita.

Spesso una competente " consultazione psicologica " sulla presenza o meno, sulla gravit o meno di tali problematiche pu assolvere a compiti di prevenzione secondaria o di organizzazione di tempestivi interventi di educazione sanitaria.

PROTOCOLLO DI ACCESSO ALLA PSICOTERAPIA

Con il termine " psicoterapia" si intende un intervento psicologico, diretto a singoli, coppie, famiglie, gruppi, e vaenti le seguenti caratteristiche generali:

  1. esplicita formalizzazione;
  2. durata variabile nel tempo
  3. caratterizzato dall'impiego di tecniche specifiche, variabili da tipo a tipo, per le quali necessaria la formazione e l'addestramento del terapeuta;
  4. finalizzato a conseguire obiettivi specifici, che variano secondo le tecniche, quali la risoluzione dei sintomi, il miglioramento delle capacit relazionali del paziente, della qualit di vita, dell'abilit nel fronteggiare i problemi, la ristrutturazione della personalit.

L'indicazione di opportunit di trattamento psicoterapico deve rispettare i seguenti passaggi:

  • chiarimento e valutazione della natura del disagio e/o del disturbo;
  • chiarimento e valutazione delle caratteristiche personologiche del soggetto;
  • informazione esplicativa dei motivi dell'indicazione, del tipo di trattamento consigliato, della disponibilit o meno a livello istituzionale;
  • verifica del consenso dell'interessato;
  • stipulazione del contratto con precisazione:
  1. dell'obiettivo da perseguire;
  2. della tecnica utilizzata (setting, numero sedute, ecc..);
  3. dei tempi prevedibili.

Una prima importante distinzione, all'interno delle psicoterapie, riguarda: a) trattamenti in setting individuale; b) trattamenti in setting di gruppo.

A) TRATTAMENTI IN SETTING INDIVIDUALI.

Tali trattamenti sono di diverso tipo a seconda della teoria di riferimento e della tecnica impiegata, della durata e dei conseguenti obiettivi che si propongono.

A.1) Trattamenti pi frequentemente offerti attualmente dagli psicologi:

  1. Psicoterapia psicoanalitica o psicodinamica o espressiva. Ha una durata variabile, ma nell'ordine di alcuni anni. La frequenza delle sedute varia da 1 a 4 settimanali. Questa forma di trattamento, tesa all'analisi delle difese del soggetto e allo svelamento del materiale rimosso nell'inconscio, mira alla ristrutturazione pi estesa possibile della personalit, affinch il soggetto consegua un comportamento adattivo flessibile. Il soggetto deve acquisire la capacit di comprendere le origini ed i significati inconsci dei propri sintomi e comportamenti.
    Possibili utenti: ' indicata per soggetti che hanno capacit di introspezione e di elaborazione delle emozioni, buona dotazione intellettiva e forza dell'IO, tolleranza per l'ansia e le frustrazioni, disturbi di tipo nevrotico o del carattere. Devono, inoltre, avere una forte motivazione a comprendere se stessi, la capacit di regredire e di perdere il controllo di sentimenti e pensieri, ma anche di riprendere prontamente il controllo e riflettere su tale regressione, possedere un intatto esame di realt e rapporti relazionali sufficientemente buoni.
    Non indicato per soggetti in fase acuta.
  2. Psicoterapie brevi ad orientamento psicoanalitico-espressivo. A differenza della precedente, hanno una durata abbreviata ( non pi di un anno, massimo 20/30 sedute) e sono indicate per il trattamento di " problemi o conflitti focali". I punti focali che meglio rispondono agli interventi brevi sono i conflitti edipici irrisolti, i problemi di perdita e separazione, le reazioni patologiche di dolore, i cambiamenti evolutivi.
    Possibili utenti: valgono le stesse caratteristiche dei soggetti per i quali indicata la psicoterapia psicoanalitica.
  3. Psicoterapia di sostegno o di tipo supportivo. E' rivolta al rafforzamento delle difese adattive e non allo svelamento del materiale inconscio e alla ristrutturazione delle difese, come quella psicoanalitica. Pu essere breve, qualora vi sia un problema focale su cui lavorare, o meno. Il terapeuta assume un ruolo pi direttivo e non interpretativo.
    Possibili utenti: ' indicata per soggetti in fase acuta ( ad es., situazioni reattive acute, stress circoscritto, crisi esistenziale), con funzioni dell'Io momentaneamente compromesse, oppure per pazienti cronici, in cui ci sono poche possibilit di modificare l'Io in modo permanente, ed quindi necessario rafforzare le difese.
  4. Psicoterapia cognitivo-comportamentale. Parte dal presupposto di agire su quanto osservabile, pertanto l'interazione uomo-ambiente sotto forma di azioni, comportamenti ed idee. Secondo l'approccio iniziale, risalente agli anni '60, il disagio psichico del soggetto legato a comportamenti inadeguati, convinzioni disadattative, pensieri irrazionali negativi e distorsioni cognitive, che compito dell'intervento psicoterapico correggere.
    Possibili utenti: generalmente sono interventi brevi ( 15/20 sedute), pur non escludendosi anche interventi pi prolungati nel tempo ( 60/80 sedute; 1-2 anni e pi, specie per pazienti psicotici). Il terapeuta di solito direttivo. Tale tecnica indicata sia per pazienti nevrotici che psicotici.

A.2) Trattamenti incrementabili:

5) Terapia breve strategica. E' un tipo di terapia breve evoluta, che si basa sugli assunti del costruttivismo radicale. Si propone la modificazione del sistema percettivo-reattivo del paziente tramite la sostituzione delle sue tentate soluzioni ai problemi proposti. A tale scopo il terapeuta, in posizione esplicitamente direttiva, si avvale anche di tecniche suggestive, in forme e modi protocollati.In genere contenuta entro 10 sedute. Attualmente notevoli successi si riscontrano nel trattamento di fobie, ossessioni, attacchi di panico e disturbi alimentari (anoressia, bulimia, vomiting).

Possibili utenti: pazienti che evidenziano la fondamentale esigenza di risolvere il problema.

6) Terapie psicosomatiche su base neurofisiologica ( tecniche di rilassamento psicosomatico, biofeedback, training autogeno, rieducazione psicomotoria). Queste tecniche partono dal principio che lo stato tonico pu influenzare l'attivit psichica e la vigilanza del soggetto; non esiste, infatti, emozione che non si esprima anche a livello somatico e tonico. L'obiettivo pertanto di ridurre la tensione muscolare, inducendo una profonda calma psichica.
La maggior parte delle tecniche di rilassamento utilizza la concentrazione e i metodi suggestivi
Il biofeddback, proponendosi gli stessi obiettivi delle tecniche di rilassamento, utilizza una particolare apparecchiatura elettronica per apprendere ed autocontollare volontariamente alcune funzioni fisiologiche (ad es., la tensione muscolare, la frequenza cardiaca, la temperatura cutanea, la pressione arteriosa).

Possibili utenti: sono, solitamente, terapie brevi, indicate per i disturbi d'ansia e psicosomatici (cefalea, ipertensione, disturbi gastrointestinali, asma, ecc..). Sono, invece, controindicate per soggetti con gravi disturbi d'identit.

7) Ipnosi. Si basa sulla possibilit di indurre nel soggetto un particolare stato psicofisico, che permette di influire sulle condizioni psichiche, somatiche, viscerali per mezzo del rapporto tra ipnotista ed ipnotizzato. Tale stato caratterizzato dalla prevalenza delle funzioni rappresentative-emotive su quelle intellettuali. In generale l'ipnosi induce distorsioni percettive, modificazioni della modalit della memoria, modificazioni dell'attivit ideomotoria (ad es., blocchi ai movimenti). Il fattore terapeutico principale lo stato di rilassamento o " sonno ipnotico". E' un trattamento di durata variabile.

Possibili utenti: e' indicata per il raggiungimento di condizioni di rilassamento, per acquisire la capacit di provare analgesia, per i programmi di rieducazione funzionale, per interventi in condizioni gravi o terminali, con presenza massiva di sintomatologia dolorosa.

8) Terapie sessuologiche. Sono i trattamenti elettivi delle disfunzioni sessuali in soggetti con sufficiente equilibrio psichico. Sono terapie di breve durata, volte al sollievo dei sintomi manifesti.Possono essere interventi individuali o, pi spesso, di coppia. 

Possibili utenti: sono indicati per pazienti con problemi sessuali e sufficiente forza dell'Io.

B) TRATTAMENTI IN SETTING DI GRUPPO

Partono generalmente dal presupposto che il nucleo fondamentale della psicoterapia non il rapporto tra paziente e terapeuta, ma tra il paziente e il suo universo, vale a dire quel mondo di strutture, istituzioni e valori che costituiscono l'ambiente socioculturale in cui il soggetto vive. 
La dinamica dei processi di guarigione nelle psicoterapie di gruppo differisce da quella dei 
trattamenti individuali nel senso che il rapporto avviene attraverso la partecipazione attiva di altri membri, aventi in comune con il soggetto il raggiungimento dello stesso scopo. E' il gruppo nella sua totalit, e non solo il terapeuta, che favorisce l'espressione ed il controllo di sentimenti ed emozioni.
Pur differendo nelle loro dimensioni, i gruppi generalmente sono formati da un minimo di 6 ad un massimo di 12 partecipanti. Anche la composizione del gruppo pu variare notevolmente, a seconda dell'approccio teorico e tecnico, sebbene si ritenga che i gruppi eterogenei presentino pi vantaggi di quelli omogenei.
Vi sono diversi generi di problemi che possono essere pi efficacemente affrontati in setting di gruppo anzich individuale, ad es. problemi focalizzati nell'area delle relazioni interpersonali, pazienti con modelli caratteriali egocentrati, ecc. La terapia di gruppo efficace per soggetti con disturbi nevrotici e/o di personalit, ma si pu impiegare anche per le psicosi, a seconda dell'approccio teorico-tecnico. 
Secondo l'approccio teorico-tecnico, le terapie di gruppo si suddividono, analogamente ai trattamenti individuali.

B.1) Trattamenti pi frequentemente offerti attualmente dagli psicologi:

1) Gruppi di tipo cognitivo-comportamentale: vale in generale quanto detto per i trattamenti individuali. Generalmente sono terapie brevi. Possono essere impiegate singole tecniche od un insieme di tecniche.
Tra i gruppi caratterizzati dall'impiego di singole tecniche, si possono ricordare: rilassamento muscolare, desensibilizzazione sistematica, biofeedback, addestramento alle abilit sociali ed alla risoluzione di problemi, ristrutturazione cognitiva. Tra i gruppi caratterizzati dall'impiego di pi tecniche, si possono indicare: coping skill training di Shafer, ecc.
Il vantaggio del gruppo che consente l'esposizione del singolo a diversi " modelli", permettendo cos una gamma pi ampia di possibilit di apprendimento imitativo.Il terapeuta solitamente direttivo.

Possibili utenti: sono indicati sia per disturbi nevrotici, che di personalit e psicotici.

B.2) Altri tipi di intervento gruppale attualmente effettuati:

1) Gruppi self-help: sono caratterizzati dalla presenza di un problema che accomuna tutti i partecipanti e dal porsi il conseguimento di uno speciale scopo. Il valore terapeutico del gruppo deriva dalla forte identificazione reciproca dei soggetti, dalla loro confrontazione e sostegno reciproco, dall'assunzione di responsabilit personale. Un altro importante fattore terapeutico l'assenza di una struttura gerarchica di leadership, che consente lo sviluppo di una dinamica di gruppo improntata alla solidariet ed alla eliminazione di sentimenti di alienazione.

Non contemplata e richiesta la presenza di un terapeuta.Tali incontri hanno solitamente una cadenza settimanale ed una durata prolungata nel tempo.

Possibili utenti: indicato sia per soggetti accomunati da un problema psichico (depressione, alcolismo, tossicodipendenza, ecc.) e/o dal disagio conseguente a patologia somatica (cardiopatici, malati di tumore, dializzati, ecc.). In generale gli ambiti applicativi non trovano alcuna preclusione pregiudiziale rispetto alle pi svariate realt di emarginazione passibili dio cambiamento.

2) Gruppi con i familiari: attingono largamente al modello "psicoeducativo" (di Falloon ecc), che impiega una tecnica volta a riconoscere precocemente i segnali di crisi psichica, a ridurre la vulnerabilit del paziente allo stress, ad informare i familiari sui disturbi mentali, ad insegnare loro a migliorare le abilit comunicative e di soluzione di problemi.

Possibili utenti: sono rivolti prevalentemente ai familiari di soggetti con disturbi psicotici e/o gravi disturbi di personalit.

3) Gruppi di discussione: orientati a far emergere il tema, " focus" dell'intervento. Il terapeuta attivo e direttivo. L'attenzione rivolta al " qui ed ora", a prestare attenzione al processo di gruppo, a far s che ogni partecipante abbia occasione ed esperienza di coinvolgimento.La responsabilit termina alla fine dell'incontro: il terapeuta, come non si occupato prima dei problemi psicologici dei partecipanti, cos non se ne occupa dopo la fine della seduta. 
E' un intervento di durata variabile.

Possibili utenti: indicata per disturbi sia nevrotici che psicotici. E' utile anche e soprattutto per soggetti in fase acuta.

B.3) Trattamenti eventualmente incrementabili

1) Gruppi di tipo psicoanalitico-psicodinamico: vale quanto detto precedentemente per i trattamenti individuali. Sono rivolti alla ristrutturazione delle difese e al disvelamento del materiale inconscio. Sono terapie di lunga durata: le sedute variano da 1 a 3 settimanali.

Possibili utenti: tra le indicazioni per questo tipo di approccio vi sono una forte motivazione, un disagio tale da tollerare le frustrazioni inerenti al processo terapeutico, problemi nelle relazioni interpersonali. Controindicati sono i soggetti troppo gravemente disturbati ( ad es., psicosi acute, psicopatie, antisocialit, ecc.).

B.4) Trattamenti familiari

In questo paragrafo ci si intende riferire a quei trattamenti che si rivolgono, con tecniche varie, alla singola famiglia e/o alla coppia. Le finalit fondamentali che tali interventi si prefiggono, di volta in volta possono essere: reggere o correggere il carico emotivo, creare o consolidare un'alleanza terapeutica, diminuire ansia e senso di colpa, ristrutturare relazioni, etc

Possibili utenti: famiglie o coppie al cui interno la presenza di un membro malato pu indurre o mantenere una situazione relazionale altamente disfunzionale e/o intralciante il processo terapeutico/riabilitativo.

Attualmente tali trattamenti trovano particolare attuazione, da parte degli psicologi, nel SPDC di Alzano L. e nel CPS di Lovere. Le tecniche utilizzate sono mutuate soprattutto dall'approccio sistemico, da quello integrato psicodinamico-relazionale o da quello bifocale.
In ambedue tali strutture la presa in carico e la messa in atto terapeutica da parte dello psicologo si articola secondo un preciso protocollo come da indicazione della tecnica specifica utilizzata. 

PROTOCOLLO SULL'INSERIMENTO LAVORATIVO.

Va precisato che il presente "protocollo" intende presentare in maniera analitica e sequenziale gli interventi dello psicologo gi previsti in modo teorico-sintetico nel documento sugli inserimenti lavorativi a suo tempo ufficializzato nell'ambito dell'UOP e del DSM. Il "protocollo", quindi, sottintende la condivisione degli operatori psicologi delle finalit e metodologie relative a tali inserimenti e si prefigge soltanto una esplicitazione della specifica operativit professionale.

1) FASE PROPOSITIVA

- Proposta di avvio del paziente ad un inserimento lavorativo;
- Discussione in quipe sulla scorta delle informazioni a disposizione dei vari operatori (medico, psicologo, assistente sociale, I.P., E.P.).

2) FASE VALUTATIVA

- Articolata raccolta di dati da parte dei diversi operatori psicosociali dell'equipe.

Finalit dell'intervento dello psicologo:

a) Valutare il quadro clinico, in collaborazione col medico; 
b) Definire il funzionamento, le risorse psichiche e le difficolt del soggetto;
c) Rilevare interessi, motivazioni ed attitudini professionali;
d) Approfondire l'anamnesi lavorativa (aspetti relazionali, vissuti, capacit, tenuta, etc.), ad integrazione dei dati raccolti dall' A.S.;
e) Formulare ipotesi sulle possibilit di evoluzione e di successo lavorativo;
f) Selezionare la mansione pi idonea per il paziente, orientandosi verso un "collocamento individualizzato";
g) Focalizzare le aspettative dei familiari sul progetto lavorativo e favorirne la collaborazione;
h) Definire il progetto lavorativo individualizzato all'interno delle tipologie specifiche: 1) inserimenti socio lavorativi con obiettivo produttivo; 2) inserimenti socio-lavorativi con obiettivo risocializzante; 3) inserimenti socio-lavorativi con obiettivo terapeutico.

Strumenti operativi:
- colloqui individuali;
- colloqui con i familiari;
- test specifici, completamento della batteria standard;
- valutazione psicologica degli interventi degli altri operatori dell'quipe che osservano sul campo il paziente in attivit lavorative e/o pseudo-lavorative gestite all'interno di strutture intermedie o in tirocini esterni.

3) FASE OPERATIVA

Evidenziata l'idoneit del paziente all'inserimento o ripresa lavorativa e definito il progetto individualizzato, lo psicologo interviene per:
a) La preparazione e la formazione dell'ambiente lavorativo e la presentazione del soggetto (al datore di lavoro, al referente individuato per il paziente, etc..);
b) Il monitoraggio dell'esperienza lavorativa;
c) Favorire l'adattamento reciproco paziente-entourage di lavoro;
d) Stimolare un clima relazionale- emotivo positivo.

Strumenti operativi:

  • colloqui di verifica col paziente;
  • incontri sul posto di lavoro con referente, responsabile e colleghi;
  • interventi psicologici in quipe che possono affiancare il soggetto nella fase di inserimento o in particolari fasi critiche.

INTERVENTI DI COMUNITA'

Il capitolo intende riferirsi a tutti quegli interventi che accompagnano il paziente, in relazione alle proprie necessit, in un percorso di maggior integrazione nella comunit di appartenenza, tramite la fruizione delle risorse individuabili sul territorio. A questo riguardo pi che "protocolli" si offrono "linne-guida" di eventuali interventi psicologici attuabili in due fondamentali settori: il privato sociale da un lato e altri servizi socio-sanitari dall'altro.

A) PRIVATO SOCIALE

  • Volontariato
  • Cooperative sociali
  • Associazioni locali

AMBITI DI INTERVENTO

  1. Risocializzazione: inserimento attivo nella realt territoriale di appartenenza
    superamento delle condotte di isolamento 
    miglioramento delle competenze interpersonali
    gestione del tempo libero
  2. Lavoro: creazione e mantenimento di un ambito lavorativo
    Verifica e miglioramento delle capacit lavorative
  3. Casa: mantenimento del paziente o rientro al proprio domicilio
  4. Accompagnamento: miglioramento della fruibilit dei servizi o di altri interventi
    e nella gestione della quotidianit.

TIPI DI UTENZA
Pazienti con gravi aspetti psicopatologici (Psicotici o con gravi Disturbi di Personalit) che presentano le seguenti caratteristiche:

  • Isolamento o scarse competenze relazionali
  • Scarsa autonomia, difficolt nella fruizione dei vari servizi
  • Difficolt a reperire un'abitazione propria o a gestirla
  • In procinto di avviare un percorso di tirocinio o di borsa lavoro

RUOLO DELLO PSICOLOGO

  • Di ricerca e sensabilizzazione
  • Di formazione ed informazione sulla tipologia di pazienti
  • Di consulenza e chiarificazione dei problemi gestionali del paziente
  • Di verifica e valutazione dell'andamento del paziente

B) SERVIZI SOCIO-SANITARI

CONSULTORI FAMILIARI

TIPO DI UTENZA

  • Pazienti con figli minori "a rischio"
  • Pazienti seguiti dai consultori e da loro inviati perch di competenza psichiatrica

NIL

TIPO DI UTENZA

  • Pazienti con patologia psichiatrica "pronti" per avviare una borsa lavoro di tipo produttivo

ADI

TIPO DI UTENZA

  • Pazienti con gravi disturbi psicopatologici, non autonomi nella cura del s e nella gestione del quotidiano

Ser.T

TIPO DI UTENZA

  • Pazienti con patologia psichiatrica sottostante o conseguente ad abuso o dipendenza da sostane psicoattive

MEDICI DI BASE

TIPO DI UTENZA

  • Pazienti con patologie nevrotiche o disturbi di personalit non gravi, inviati direttamente allo psicologo dal medico di base

C) RUOLO DELLO PSICOLOGO CON TALI SERVIZI

Collaborazione alla raccolta o invio di segnalazione del caso 
Interventi clinici (diagnosi differenziali, trattamenti psicoterapici specifici)
Interventi psicosociali (incontri con agenzie del privato sociale, dell'ambito lavorativo)
Comunicazione e/o restituzione anche in base alla richiesta formulata durante l'invio.